martedì 17 giugno 2014

La Verità ci farà Liberi

"Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero." (Gv 8,31-36)


Com'è questa cosa che io non sono libero?
Perché?
Non posso forse pensare quello che voglio, andare dove mi pare, scalare le montagne, esplorare gli abissi, fare tutto ciò che mi passa per la testa?
Eppure Gesù afferma chiaramente: solo se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.
E allora gli uomini che lo stavano ascoltando naturalmente si stupiscono, come me, forse un po' si risentono: Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?
C'è, forse, una libertà che non riguarda i limiti del corpo? o della dignità derivante dalla discedenza, ad esempio perché noi siamo cristiani? Quei Giudei erano figli di Abramo, cioè i padroni di quella terra di Palestina e, anzi, di tutta la terra!
Eppure, dice quell'ebreo sicuramente eretico che hanno davanti, non sono liberi.
Solo chi conosce la verità è libero, dice il figlio del falegname.
La verità...
Dio sa che spesso, troppo spesso, ci confondiamo. Vogliamo essere liberi per muoverci, fare, dire.... Tutte cose giuste e sacrosante. Chi vorrebbe restare anni a marcire in una prigione?
Queste cose, però, riguardano quella parte di noi che è strettamente legata al corpo, che vive in perfetta sintonia con lui, che svolge certamente bene il suo compito e ci sostiene nel viaggio. Quella parte che forse possiamo chiamare il corpo eterico: la nostra energia mentale, l'immaginazione, i ricordi.
Gesù invece, secondo me, con quei Giudei parla di un'altra parte di noi. Egli si riferisce al corpo astrale: le emozioni, i sentimenti, gli stati d'animo che sono nati e cresciuti per tutta la mia vita ogni volta che mi sono incontrato con l'altro; perché per vivere un'emozione devo incontrare l'altro, la creatura diversa da me, che sia essa un uomo, un albero, una pietra, il mare. 
Gesù parla di quella parte di noi che si sente coscientemente parte dell'universo, che prova la gioia di vivere e la pena di soffrire; e vive, gioisce e soffre con l'universo intero.
Ecco: conoscere la verità, questa verità, è compito del nostro corpo astrale, il luogo delle emozioni, degli slanci d'amore, dell'innalzamento fuori di noi, verso l'universo, verso ciò che ci trascende.
Quando Mosè riceve da Dio l'invito a portare fuori dall'Egitto il popolo eletto, umanamente turbato chiede alla Voce che gli aveva parlato: Tu conosci la situazione di schiavitù in cui ci troviamo. Come posso io andare dal faraone a dirgli: c'è un dio diverso dai tuoi dei che ha detto che ce ne dobbiamo andare via da qui? E Dio gli rispose: tu va', perché io sono con te e te lo dimosterò. Ma Mosè sa che la parte più difficile è convincere gli stessi ebrei, perciò "disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». Dio aggiunse a Mosè: «Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione."
Gli ebrei vogliono sapere quale personaggio autorevole più dello stesso Mosè e dello stesso faraone chiede quella cosa così grande, per la quale ne va della loro vita e della loro libertà. 
E Dio, l'Altissimo, non risponde.
Cioè, la sua risposta va al di là della loro domanda. Egli non è Mosè, Aronne, Giuseppe, non è un uomo autorevole, in carne ed ossa.
Lui è Io-Sono: "Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi»".
Egli è l'essenza di ogni cosa, Colui che si manifesta in ogni cosa.
Egli è, secondo una possibile traduzione del brano, Io Sono Colui che Era, che È e che Sarà.
Io-Sono significa: Colui che c'è, che sta alla base di tutto, che esiste, la materia prima pur senza essere fatto di materia. Ciò che muove ogni essere che esiste nell'universo: uomo, animale, pietra, mare. È la soggettività propria di ogni cosa. 
Per questo possiamo dire che Egli è La Verità, perché conosce (anzi: È!) quello che c'è alla base della vita, in ogni sua manifestazione, sa quello che è vero, quello che è giusto, perché è Lui che l'ha stabilito nel momento in cui l'ha creato. Per fare un paragone... umano Nessuno meglio dell'inventore conosce l'invenzione!
La verità che Gesù ci invita a cercare e conoscere attraverso Lui, la Sua Parola, è proprio questa: quell'Io-Sono è (anche) dentro ognuno di noi, è la nostra essenza, la nostra soggettività individuale.
Proprio per questo la parola di Gesù è Parola di vita eterna! L'aveva ben capito Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna". (Gv 6,6)

Dobbiamo fare un percorso che dall'essere immanenti al nostro corpo eterico (al restare cioè ancorati ad esso) esce, si libera dalle esigenze materiali, e poi ritorna in noi alla ricerca di quella parte di noi che è l'Io-Sono. Per meglio dire: di Io-Sono, di Dio in noi.
Gesù questo ce lo può insegnare perché per primo ha avuto coscienza di questo cammino: Egli è il Verbo fatto Carne: "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità." (Gv 1,14). Per questo Egli è non solo Gesù di Nazareth, ma è Gesù il Cristo, l'Unto, il Prescelto da Dio per rivelarci la Verità.
"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo" (Mc 1,15) predicava il Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo. Il tempo si compirà, il Regno starà per venire quando noi ci convertiremo e crederemo a queste parole di Gesù.
E questo che stiamo vivendo ora è il tempo.
Quando cambieremo strada, rendendoci conto che non siamo stati creati per rimanere al piano basso della nostra casa (quel corpo eterico pur così importante, perché è il guscio che accoglie e protegge l'Io-Sono), allora e solo allora saremo pronti a cercare la scintilla d'Assoluto che abita in noi, quella che ci permette di continuare ad esistere anche quando il corpo, il guscio, si sarà scomposto in tutti i suoi elementi materiali e si sarà ricongiunto alla sua patria che la terra. E anche quando questa terra non esisterà più, disintegrata nell'universo cosmico.
Non dimentichiamo infatti che le Sue sono parole di vita per l'eternità.


Juan Segundo


(Dedicato a tutti i ricercatori della verità)


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