martedì 1 aprile 2014

Nicola Rachello e l'Ho'oponopono cristiano

Il simbolo dell'ho'oponopono cristiano

Devo dire la verità: le prime volte che ho visto libri sull'argomento dell'Ho'oponopono * in libreria o in rete, sono rimasto preso soprattutto da quel nome così... simpatico. Ma non mi è venuta voglia di approfondire, vista la marea di proposte di tecniche per aiutare la vita spirituale e psicologica (o tutte e due insieme) che c'è in giro. Non volevo, insomma, infognarmi in uno dei tanti mezzucci (come pensavo) per spillare soldi alla gente con la promessa del paradiso in terra!
Poi, non ricordo come, qualche tempo dopo ho avuto modo leggere alcune esperienze fatte con l'Ho'oponopono, e mi ha colpito la profondità di alcuni concetti. Così mi sono messo in rete e ho tirato fuori tutto quello che di importante mi sembrava di aver trovato, anche su YouTube (per esempio  qui).
Essendo io cristiano (o almeno ritenendomi tale) ho iniziato a cercare di vedere se esistesse un'esperienza che mettesse insieme questa realtà della cultura spirituale hawaiana con il nostro sentire occidentale.
E sono arrivato fino a Nicola Rachello e il suo Ho'oponopono cristiano.
Ho preso contatto con lui e l'ho invitato a spiegare sul nostro blog cosa è precisamente questa tecnica di pulizia mentale e spirituale così come lui l'ha immaginata e sperimentata.

Qui di seguito un primo articolo che Nicola mi ha inviato per la pubblicazione e che compare anche qui.

UN DONO
Regalo alle amiche e agli amici lettori queste pagine tratte dal mio libro Ho’oponopono Cristiano un solo insegnamento l’amore (Editoriale Programma), con un augurio di Pace per ogni cuore.

A metà maggio ricevetti la telefonata di una persona incavolatissima per la questione dell’Ho’oponopono Cristiano. Non poteva in alcun modo nemmeno concepire che l’Ho’oponopono potesse essere definito cristiano. Per lei questo significava svilire e offendere una cultura millenaria alla quale lei era legatissima, quella hawaiana. Le sue parole mi testimoniarono della profonda sofferenza che provano i “nonni”, ovvero i vecchi saggi hawaiani, ogni volta che un occidentale distorceva la loro cultura. E ancora una volta mi confrontai con parole molto dure, di biasimo e rimprovero nei miei confronti. Sicuramente, in tutto questo, emergevano mie vecchie memorie in fase di pulizia. Inoltre sul mio sito avevo scritto: “Giovanna Garbuio ** lo chiama Ho'oponopono Occidentale, io lo chiamo Ho'oponopono Cristiano, vi fluisce lo stesso amore, la stessa gratitudine, la stessa percezione di infinito....”. Così questa persona telefonò anche a Giovanna, che a sua volta mi chiamò, chiedendomi di togliere questa affermazione e che i due Ho’oponopono quello Cristiano e quello Occidentale erano in realtà cose abbastanza diverse. Per Giovanna l’Ho’oponopono Occidentale si rifà alla necessità degli occidentali di capire, motivo che l’aveva spinta a ricercare tutta una serie di spiegazioni, e a svolgere una serie di approfondite ricerche che avvaloravano principi universali. L’Ho’oponopono Cristiano partiva da presupposti completamente diversi, per me era un ritorno alle radici degli insegnamenti cristiani, da cui Morrnah *** trasse la sua linfa. Ma in un messaggio seguente Giovanna, connessa a livelli di coscienza superiore, mi scrisse sottolineando come tutte queste cose, per lei, fossero cavolate imputabili allo strumento della parola, così limitato per comunicare. Risposi a Giovanna che per il mio carattere, ero portato a mettermi costantemente in discussione, a chiedermi se ciò che facevo era o non era (Ho'opono)pono. Così Giovanna fece di più, mi scrisse chiedendomi cosa c’era che non andava, aggiungendo che l’unica cosa importante era dire sempre le cose come stanno. L’Ho’oponopono Cristiano non è l’Ho’oponopono Hawaiano così come non lo è l’Ho’oponopono Occidentale. Era sufficiente essere chiari! Poi mi girò la comunicazione di una lettrice che prendeva posizione sul dibattito aperto tra gli esponenti della cultura hawaiana, se l’attenzione che l’Occidente dava alle Hawaii e alla sua cultura, fosse positivo o meno. La lettrice capiva la condanna alla superficialità degli hawaiani nei confronti degli occidentali, ma al tempo stesso il loro “istinto di protezione” la faceva arrabbiare. Concordava che la divulgazione di ogni pensiero portasse con sé il rischio di stravolgimento e manipolazione e favorisse, la nascita di falsi maestri, saggi ed esperti. D’altro canto però, riconosceva il merito alla diffusione, se una cultura poteva così arrivare al cuore delle persone aperte e ricettive, lontano fisicamente dal luogo ove essa era nata. La lettrice vedeva il limite e il pericolo della divulgazione, ma al tempo stesso le piaceva scorgerne l’arricchimento! Forse l’originale avrebbe perso l’integrità, ma grazie all’impegno e alla correttezza di alcuni, poteva sconfinare in qualcosa di nuovo e più potente! Poi Giovanna mi ribadì, che ogni volta che pubblicava qualcosa, chiariva costantemente che si trattava di una sua personale interpretazione. Ogni persona pronta avrebbe trovato la strada giusta e approfondito poi, consultando fonti serie. Lei si documentava con estrema serietà e impegno, ma offriva pur sempre una sua personale interpretazione. Il mio desiderio era lo stesso, anch’io aspiravo ad essere una fonte seria. Giovanna concluse dandomi tutto il suo sostegno e affermando che tutte le domande che in continuazione
Francesco: uno dei punti di riferimento di H.C.
mi ponevo, significavano che stavo agendo pono! Ora voglio essere ancora più chiaro e con chiarezza, chiaramente affermo che la mia analisi e ricerca mi ha portato a comprendere quanto grande sia stato l’operato e all’inizio la rivelazione di Morrnah Simeona, per fare vivere a livello ecumenico la grandezza e la saggezza di ciò che un popolo aveva ricevuto, conservato, praticato e portato al presente. La rivelazione è il Dio unico che non è altro che l’Identità del Sé. Nell’universo dell’amore divino che tutto vede, sa e provvede, lo spirito di questa donna è arrivato a farle comprendere l’importanza di quanto andava rivitalizzato dell’antica saggezza. Per fare un esempio non è né più né meno la stessa cosa che ha compiuto il Cristo dall’Antico al Nuovo Testamento. Morrnah Simeona assistita dalla Divinità si è fatta strumento, e in tutta umiltà ci ha offerto questo transito, traendo dall’antico per il nuovo e dal nuovo per il futuro. Al di là di ogni sterile polemica le va riconosciuto che nulla è stato stravolto né cambiato, soltanto reso più comprensibile. L’amore è amore e non si discute. Questo il suo grande dono. Ogni individuo nella vita sperimenta il proprio modo di amare e, nel bene e nel male, tutto questo lo riporta alla Fonte, perché nel mistero divino si identifica. La pratica del non giudizio aiuterà e renderà più veloce il processo di pulizia delle memorie. Nel ritorno verso “Casa” posso permettermi di scagliare la prima pietra?
Aspetto un secondo articolo da parte di Nicola, in cui spiegherà in modo più dettagliato il suo Ho'oponopono.
Per concludere vi ricordo che l'autore ha pubblicato due libri sull'argomento: Ho'oponopono cristiano un solo insegnamento l'amore e Ho'oponopono cristiano il mantra dell'amore, a cui vi rimando per approfondire personalmente.

Juan Segundo

(testo delle note modificato dopo le precisazioni di Nicola Rachello)
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Letteralmente Ho'oponopono significa mettere le cose al punto giusto. Giovanna Garbuio ha via via modificato la traduzione in Percependo il giusto, più corretto è il tuo cammino fino a Percependo la perfezione, migliori la realtà.
** Giovanna Garbuio, divulgatrice di Ho'oponopono in Italia, fa parte del gruppo Josaya, un acronimo formato dalle iniziali dei nomi dei tre membri. Lei è Jo.

***  Morrnah Nalamaku Simeona è la fondatrice dell'Ho'oponopono dell'Identità del Sé - SITH- ovvero l'Ho'oponopono moderno. Alle Hawaii l'Ho'oponopono era una pratica ancestrale.

2 commenti:

  1. Da un punto di vista pratico, in questi casi si rischia sempre di cadere nel sincretismo che ovviamente non è accettato dalla chiesa.
    Poi, si può anche obiettare che qua non si parla di una religione ma di una pratica che ha basi filosofiche, ma credo non basti (io, almeno, ho tentato una giustificazione analoga per il mio interesse nei confronti dello zen, ma poi ho capito che bisogna semplicemente ammettere una propria piccola devianza e... sperare).

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    1. Io mi pongo da un punto di vista diverso. Non leggo le cose, in generale, da punti di vista preformati (in questo caso: la chiesa) ma dal mio modo di vedere; se poi ciò che io penso coincide con qualcosa di esistente accolgo la condivisione, altrimenti ognuno per la sua strada. Così in questo caso: accetto (o meno) questa pratica a prescindere da ciò che dice la chiesa. Ho chiesto a Nicola, in privato, di spiegarmi le contraddizioni di mettere insieme una filosofia-religione di quel tipo con l'insegnamento ultra cattolico di don Dolindo Ruotolo (che lui mette tra i suoi ispiratori). Nicola mi ha risposto anzitutto che la sua non è una "religione" ma un "anelito verso il Divino" "ovvero sposa quei valori trasmessi dal Cristo: l’amore, il perdono, la gratitudine, la pace." citando testualmente. E per quanto riguarda don Dolindo mi ha scritto: "Di don Dolindo ho voluto cogliere l’espressione più elevata, il canto più bello della sua anima, l’espressione più nobile del suo abbandonarsi a Dio e in questo ne ho riconosciuto la maestria. Accogliendo la preghiera di don Dolindo nel mio cuore sento che la chiesa di Dio non si trova più nelle pietre di un edificio ma nei nostri cuori, per questo siamo benedetti e infinitamente amati dalla Divinità." Probabilmente, come sottintendi tu, operazioni di questo tipo sminuiscono e deformano tradizioni antichissime e con forti basi; e su questo hai ragione. Ma penso che la cosa migliore al mondo non possa essermi d'aiuto se non si adatta (pur senza adeguarsi) a me e al mio bisogno. Grazie del commento e a presto!

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