mercoledì 22 gennaio 2014

Vedere, pensare, agire per crescere, non per addormentare la coscienza

non facciamoci legare e imbavagliare la coscienza!
Qualche giorno fa, sulla mia pagina facebook, avevo pubblicato questo post:
"Si sono infiltrati infatti tra voi alcuni individui - i quali sono già stati segnati da tempo per questa condanna - empi che trovano pretesto alla loro dissolutezza nella grazia del nostro Dio, rinnegando il nostro unico padrone e signore Gesù Cristo." (Giuda 4) Alcuni vivono dissolutamente col pretesto della bontà e misericordia di Dio. La libertà serve loro come un velo per coprire la malizia (1Pt 2,16). E la stessa libertà può servire involontariamente per ascoltare e seguire falsi profeti (1Gv 4,1). Ma noi possiamo scoprire la verità riguardo a coloro che dicono di parlare a nome di Dio semplicemente vigilando su come questi predicano e vivono; se lo fanno, cioè, secondo ciò che dice la Scrittura: praticando la carità (2Gv 10)
Il post ha suscitato alcuni interessanti commenti che potete andare a leggere al link che ho proposto sopra.

Mi sembra comunque di poter riprendere alcuni dei temi lì proposti.
Anzitutto per Francesca i criteri per "smascherare" i falsi profeti: umiltà, coerenza, amore per la verità. Poi la preoccupazione per il fatto che questi falsi profeti allontanino gli uomini dalla Verità  e anche dalla semplice ricerca di spiritualità con la loro pseudocompetenza e ascendenza. Quindi il pericolo che questa nuova mania di esasperare fenomeni come la canalizzazione, i fenomeni paranormali ecc. facciano allontanare anch'essi dalla possibilità di discernere la Verità.
Infine l'intervento di Monica, che analizza prima il fenomeno di questi nuovi santoni che agiscono ormai alla luce del sole, senza avere neanche più ritegno a chiedere espressamente soldi (e in abbondanza!) per mettere al servizio degli altri i loro pseudo-doni. Poi tocca un tema su cui volevo nei giorni scorsi fare un piccolo articolo per questo blog e che oggi finalmente scrivo: la normalità (che è sparita!) nella vita odierna.
Oggi, a mio modesto modo di vedere, si pensa che non sei nessuno se non appari
Oggi esiste solo chi ha un nome che, se ricercato su google, da' come risultato almeno una apparizione in qualche oscura tv privata o in qualche social network dove puoi tranquillamente svelare con quante altre persone famose sei andato/a a letto o almeno ci hai provato o lo hai solo sognato. E per persona famosa non si intende qualcuno che ha fatto qualcosa di importante nella vita: basta che qualcuno ti abbia solo intervistato per strada per chiederti cosa pensi della voliera di quella del piano di sopra per essere qualcuno, visto che hai potuto mettere il video su fb e che 100 opersone l'hanno condiviso e poi è andato a finire su youtube e... via di questo passo.
È vero come dice Monica che l'era dei computer ha favorito questo nuovo modo di intendere la fama e/o la notorietà di una persona; ma è anche vero che la rete ha solo amplificato e accelerato questo processo. Come sempre, non è il mezzo che è buono o cattivo, ma chi e come lo usa.
E noi, purtroppo, ci lasciamo trascinare da queste cose. Non voglio fare il catastrofista, o lo sciovinista, o ancora il luddista, ma sicuramente la velocità della rete ha amplificato la nostra brama inconscia di sentirci qualcuno, di primeggiare.
Ma, mi sono chiesto: perché sentiamo questo bisogno? Probabilmente perché non troviamo dentro di noi una base solida su cui poggiare la nostra vita. Noi, spesso, siamo gratificati da ciò che ci circonda perché non troviamo in noi stessi un motivo per essere felici. Parafrasando ciò che dice Gesù, il Maestro: non è quello che sta fuori dell'uomo che da' significato alla vita umana, ma quello che c'è dentro (Mc 7,18).
Noi valiamo anche se non abbiamo una pagina Fb, anche se non possiamo far sapere a tutti tutte le mattine: mi sono alzato, ho fatto colazione e... uffa, che barba, si va a scuola (o al lavoro, o a fare la spesa, o vedete un po' voi)! Forse che comunicare ai miei 715 amici quel che sto facendo in quel momento mi rende più interessante ai loro occhi? mi ameranno di più se gli dico in diretta (e gli mando la foto) di che colore ho comprato le mutande?
E proviamo a chiederci, solo per cambiare visuale: che programmi vedo in tv?
È vero fino ad un certo punto che sono io capace di discernere ciò che è buono e ciò che non lo è. Io penso che se continiamo a nutrire la nostra mente e il nostro cuore continuamente di alcune cose, alla fine ragionerò come quelle cose mi hanno plasmato.
Scrivevo in un commento ad un post di Emanuela un paio di giorni fa: "quanti di noi preferiscono piangere in diretta con le disgrazie di qualche vip beccato con l'amante invece che cercare di informarci su come stanno le cose nel mondo veramente? quanto tempo perdiamo con canali come real time o dmax che continuano a farci vedere quello che vogliamo? cioè: ci fanno entrare nell'intimità di persone che vengono pagate per farsi stuprare mediaticamente, per stuzzicare la nostra cattiva, distruttiva e pruriginosa ficcanasaggine?" E potrei qui aggiungere: quante volte mi perdo dietro a programmi tipo quelli in stile Barbara D'Urso o Mara Venier, per intenderci. Anche a me volte capita di trovarmi davanti a queste trasmissioni perché magari mi trovo a casa di qualcuno o comunque non posso fare a meno di guardale. Ma cerco sempre di dirmi che quella, spesso, non è la verità. Potrà essere forse la realtà, ma non è la verità. Perché una cosa può essere reale, cioè avvenire veramente, ma non vuol dire che sia vera, cioè che mi riporti una situazione utile alla mia crescita umana.
Certamente ognuno di noi è liberissimo di continuare a seguire programmi che solleticano la propria curiosità, visto che la curiosità è, secondo me, una delle basi della nostra vita, qualcosa che ci fa andare avanti perché ci spinge ad interessarci di ciò che avviene fuori di noi.
Ma dobbiamo vedere verso cosa io spingo la mia curiosità. Sono veramente contento e più realizzato umanamente e spiritualmente dopo aver visto (faccio esempi a caso!) uno chef maltrattare fino a farlo piangere qualcuno che vorrebbe imparare a cucinare? O mi soddisfa vedere un programma in cui una sedicenne scopre di essere incinta e mette 'in piazza' tutto ciò che accade? Pensiamo veramente che le reazioni di quelle persone siano tutte sincere? Voi cosa sareste disposti a dire o a fare sapendo che alla fine vi metterete in tasca un bel po' di euro o di dollari? E allora, in cosa la visione di questi programmi ci fa crescere? E, soprattutto, in cosa fa crescere i nostri figli che non hanno nemmeno la capità di schermarsi e di mettere una barriera psicologica e spirituale davanti a queste oscenità (e non parlo di cose in materia sessuale) perché non hanno la nostra esperienza?
Dobbiamo capire che chi ci propina queste cose ha il suo interesse, non solo economico: vuole addormentare e addomesticare la nostra coscienza; farci fare e pensare ciò che vuole per manipolare la nostra vita, per indurre in noi bisogni falsi, pensieri negativi che ci fanno abbandonare ogni responsabilità personale; fino a quando diremo: ma si, fate quel che volete, basta che ci date in pasto la vita della gente! E a quel punto avremo abdicato la nostra coscienza e la nostra vita nelle loro mani.
Io non sono contro queste diavolerie moderne: ho due pagine FB, un blog, una pagina twitter e un profilo Twoorty (che non uso quasi mai), una pagina Tumblr. Come vedete mi potete trovare dappertutto. Però difficilmente verrete a sapere la marca dei cereali che mangio a colazione al mattino o se ho comprato un nuovo paio di scarpe.
Io non sono migliore né di voi né di nessun altro; sono solo una persona che prima di dire, fare, scrivere qualcosa pensa e giudica se quel qualcosa può portare un giovamento a sé stesso e a chi legge/ascolta. E sono anche uno che si diverte, a cui piace ridere per una battuta o una vignetta, che è appassionato di sport (non di calcio!) e di tante altre cose. Non sono, insomma, quel che si dice un bacchettone.
Però in ogni cosa che faccio mi chiedo sempre: mi è utile per conoscere ancora di più l'uomo e il Signore? Mi fa fare un passo in più sulla strada dello spirito?
Perché, vedete, penso che ridere e scherzare con un bambino o guardare con lui i cartoni animati valga sicuramente di più di sapere chi si sposa con chi e quante volte qualcuno che sta sui giornali cornifica la moglie. E penso che per me sia più famoso un bambino che si meraviglia davanti alla neve che scende, che un vip che quando gli parli di 'neve' intende tutta un'altra cosa.

Juan Segundo

7 commenti:

  1. Post condivisibile al 100%. Io trovo assurdo che certa gente si interessi ai gossip, alle ipotesi sull'omicidio x, a quanti "mi piace" ha ricevuto sulla sua pagina facebook, e poi non sa, per dire, neppure se crede o no in Dio e soprattutto se vuole crederci oppure no. Mi sembra che ci sia uno sforzo a non pensare, a narcotizzare il cervello.
    Eppure posso garantire che anche pensando tutti i giorni a queste piccole domande (se esiste davvero Dio, se c'è qualcosa dopo la morte) non si impazzisce, non si smette di vivere. Anzi, si da un'importanza maggiore a tutte le piccole cose che piacciono, le si apprezza di più.

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    1. grazie, Ariano, per il tuo commento puntuale come sempre!. È vero, ci riempiamo il cervello con tutto tranne che con ciò sarebbe importante per noi. Come tu dici, porsi alcune domande, quelle importanti, non sminuisce la nostra vita o l'importanza di ciò che facciamo, ma gli da un significato nuovo.

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  2. Questo post mi da molti spunti per una riflessione, ma se il messaggio finale è costruttivo e lo apprezzo, le argomentazioni mi pongono alcuni dubbi.
    Non è la prima volta che sento/vedo/leggo sparare ad alzo zero contro trasmissioni tv, sul fatto che esse possano - come dire - corrompere l'animo di una persona. E' dai tempi che ero un bebé che succede. Goldrake fece scalpore per le sue scene violente e realistiche. Prima di Goldrake i cartoni animati non mostravano la morte "vera" e definitiva. Prima di Goldrake willy coyote veniva schiacciato da un masso ma rimaneva illeso. Oggi ci sono Realtime, MTV, DMax che ci mostrano cose che... ehm, com'è che dici? Sono reali ma non sono vere? E se invece quelle cose fossero oltre che vere anche reali, ma fino a oggi erano confinate nel silenzio perché dava fastidio parlarne in pubblico?
    La tacca che delimita il pudore si sposta sempre di più verso lo zero, me ne rendo conto, ma non è che una società moderna possa ancora affrontare certi temi nascondendo la testa nella sabbia. Se deve essere uno show televisivo a mettere in piazza il problema delle minorenni incinta, piuttosto che far finta che non esista, io preferisco che il programma ci sia.
    Quando ero più piccolo, una ragazzina nel mio palazzo partorì che ancora non aveva 16 anni... il suo "moroso" era più grande. La famiglia si fece di nebbia, non li si incontrava neppure più per le scale... per lo meno fino a che la coppia non si è sposata e non ha messo "le cose a posto".
    Ebbene... siamo davvero sicuri che Dio apprezzi questo comportamento? E non parlo della minorenne incinta, parlo della falsa morale, del pudore e quant'altro che la società ci impone. Non siamo forse uomini che indossano la maschera - se da un lato critichiamo certe cose e dall'altro le facciamo?

    Ed è davvero un problema di Dio? Lui ci ha progettati per avere figli proprio a quell'età. Siamo noi, che con la nostra società "bachettona" abbiamo imposto delle regole morali... tra cui, fino a qualche decennio fa, anche la verginità fino al momento del matrimonio.

    E' quindi una questione di cultura, una questione di morale, o davvero è un problema di coscienza?

    ... fine prima parte!

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    1. Ed è completamente inutile puntare il dito sui media affermando che loro corrompono lo spirito perché sono diavoli tentatori... che chi li governa decide di mostrare le cose peggiori perché esse stimolano i nostri istinti repressi (anche qui: Dio ci ha dato quegli istinti, siamo proprio sicuri che essi siano il male? O siamo noi che ci siamo legati le mani da soli, magari perché pochi possano controllare i tanti) e fanno guadagnare tanti soldini. Bah... tutta questa gente critica certi canali, certe trasmissioni, e poi in casa hanno la TV, e li guardano pure, perché altrimenti non saprebbero neppure che esistono. Non è che si sentono in colpa, e piuttosto che fare ammenda per il proprio comportamento, preferiscono dare la colpa ad altri? Non è forse lo sport nazionale quello di dare la colpa agli altri? (L'Italia va male? Colpa del precedente governo!).

      E risalendo in cima al post, la frase "nuovi santoni che agiscono ormai alla luce del sole, senza avere neanche più ritegno a chiedere espressamente soldi" mi ha fatto pensare ancora di più!
      I santoni in tv chiedono soldi... è terribile, probabilmente spacciano falsi credi e promesse alle persone deboli, e scuciono quattrini a go-go.
      Non è forse vero che nelle nostre chiese viene fatta la questua a ogni cerimonia? Non è forse vero che ogni anno ci viene chiesto di donare l'8x1000 alla chiesa? E che se non lo fai, comunque, una parte degli introiti delle tasse va comunque a essa? E perché le altre religioni riconosciute hanno diritto solo al 5X1000? Non vanno pure loro a quattrini, esattamente come i santoni tanto bistrattati?
      E perché i miei hanno versato un contributo, anno dopo anno, alla parrocchia del mio quartiere per costruire il campanile, e quel campanile non è mai stato costruito? Dove sono finiti quei soldi? Visto che il campanile non è stato fatto, perché non sono stati restituiti a chi ha voluto aiutare i lavori?
      Ma soprattutto: C'è differenza tra i nuovi santoni e quelli vecchi?

      Voglio essere spietatamente critico con questo post non perché lo trovi fuori luogo, o con un messaggio sbagliato, piuttosto perché credo che in esso c'è il giusto messaggio, ma le argomentazioni siano... inadatte.

      ... fine seconda parte!

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    2. Tu scrivi: Ma, mi sono chiesto: perché sentiamo questo bisogno? Probabilmente perché non troviamo dentro di noi una base solida su cui poggiare la nostra vita. Noi, spesso, siamo gratificati da ciò che ci circonda perché non troviamo in noi stessi un motivo per essere felici. Parafrasando ciò che dice Gesù, il Maestro: non è quello che sta fuori dell'uomo che da' significato alla vita umana, ma quello che c'è dentro (Mc 7,18).

      Io posso ribattere che, dentro di me, ho tanti motivi per essere felice. Ma è ciò che accade attorno a me che cancella quella felicità. Come posso essere felice quando vedo persone soffrire? Come posso essere felice quando assisto a prepotenze di ogni tipo? Come posso essere felice se i miei cari non lo sono, se il mondo è in difficoltà, se vengo a sapere che 83 persone che abitano il pianeta possiedono l'equivalente in ricchezza di 3 miliardi di altre persone che vivono lo stesso pianeta?
      Certo, senza i mezzi citati nel tuo post (TV, computer, trasmissioni di attualità/informazione, giornali, facebook, internet, social network vari eccetera eccetera) sarei più felice. Ma essere ignoranti - nel senso di ignorare ciò che ci accade attorno - è davvero la soluzione premiante per essere felici? Alcuni filosofi affermano che gli stupidi e gli ignoranti sono fortunati, perché non essendo consapevoli di ciò che gli accade attorno, vivono più felicemente degli intelligenti.
      Però...

      Per cui mi domando: cos'è veramente importante per noi?

      Ciò che facciamo, ciò che siamo, il modo in cui guardiamo noi stessi, è importante. In tutto ciò dobbiamo trovare la gioia di vivere. Ma dobbiamo ricordare che siamo una goccia nel mare, e che la nostra felicità dipende in maniera intrinseca da quanto accade a tutte le altre gocce d'acqua.

      E il gossip è davvero così insignificante? Io credo che il gossip sia importante per farci capire che anche i governanti, i potenti, i vip, sono alla fine persone piene di problemi, proprio come noi. E allo stesso tempo, serve a farci capire a chi stiamo affidando il nostro futuro col voto, con le scelte di tutti i giorni, con i nostri acquisti, con il nostro modo di vivere. Non è forse grazie al gossip che certi scandali italiani sono venuti alla luce del sole?

      Io ho sempre creduto che non esistono - in termini assoluti - il giusto e il sbagliato. E' la nostra morale, la nostra società, che li definisce. In epoca romana era normale avere dei rapporti sessuali con dei minori. Oggi è qualcosa di inconcepibile... eppure è concepibile mostrare un bambino nudo per pubblicizzare un pannolino (tempo fa anche un'acqua minerale).

      Per concludere... Dio c'entra qualcosa con tutto ciò? Io dubito. Sono banali questioni umane.

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    3. cerco di rispondere in base ai tuoi 'blocchi'.
      Probabilmente dirò qui cose che possono sembrare contrarie a ciò che ho scritto sopra; se così è, è perché evidentemente non sono riuscito ad esprimermi bene nel post. E veniamo ai commenti.
      --- 1. Certamente non è colpa esclusiva delle TV.
      Il problema è il potere che il 'tubo catodico' ha sulla mente e sulla coscienza. Se in tv mandassero costantemente il messaggio che è bene uccidere un uomo al giorno per essere dio, ma la società in cui vivi ti dice che è sbagliato, penso che nessuno lo farebbe. Purtroppo qui siamo al cane che si morde la coda: la società non è pronta a far capire che quel messaggio è sbagliato, anche perché ha avuto come fonte di crescita e formazione proprio la TV. Così che chi usa (o manipola) il mezzo di comunicazione, trova facile far leva sulle debolezze della gente per creare un mondo in cui è giusto uccidere un uomo al giorno per sentirsi dio. Complottismo? mettiamola pure così, semplificando. Certamente Dio non c'entra in tutto ciò, tanto è vero che quelli che noi chiamiamo 'comandamenti, anche a livello linguistico sono in effetti dei 'consigli' per vivere meglio.

      --- 2. siamo al: "diamo la colpa a..." e "i soldi".
      mi sembra che qui torni il discorso: non è il mezzo ma chi lo adopera. io ho criticato (nel senso di giudicato negativamente) certi programmi perché usano un linguaggio troppo forte ed esplicito per attirare l'attenzione e far diventare pruriginosa una realtà altrimenti.. normale, come giustamente sottolinei tu. Questo fa arrivare alla risposta: l'ignoranza non crea felicità ma altra ignoranza in chi guarda e potere in chi propone. potremmo fare lo stesso ragionamento che ha fatto, ad esempio, la chiesa cattolica fino a pochissimi anni fa (ma siamo sicuri che non sia ancora così?): il sesso è tabù, non se ne parla in nessun posto e quando bisogna per forza farlo va trattato solo in un certo modo. Fino a vent'anni fa c'erano insegnanti di morale nei seminari che quando dovevano affrontare argomenti di natura sessuale o simili, obbligavano i futuri preti a stare in piedi e vestiti con gli abiti talari. quindi non c'è da meravigliarsi se oggi tanti maschi (e altrettante femmine) abbiano una visione del sesso di un certo tipo. Allora si agisce proprio su quest'aspetto quando in tv il sesso diventa prostituzione, nel senso che il corpo passa dall'essere colpevolmente troppo vestito all'essere colpevolmente troppo spogliato. il corpo è il corpo e basta, non è un mezzo per fare o per vendere sesso! sull'aspetto economico, poi, sono chiaramente d’accordo con te. anni fa facevo ancora parte delle chiese valdesi e metodiste e ci fu richiesto dalla tavola (l'organismo che riunisce tutte le chiese sul territorio) di esprimerci sulla possibilità di cui tu parli di poter partecipare del cosiddetto 8permille inespresso, cioè quello che non veniva dato nelle dichiarazioni dei redditi espressamente a qualcuno. per quanto potesse sembrare che la cosa fosse ovvia per una chiesa abbastanza moderna e al passo coi tempi... etici, ci fu una grossa discussione sia nelle chiese locali che in quella nazionale sulla cosa. alla fine, naturalmente fu deciso di non partecipare alla divisione (mi sembra di ricordare così) ma fu dura. i soldi fanno sbrilluccicare gli occhi anche ai santi! è naturale che sia contro tutti gli esempi del genere, così come contro tutti i vari 'tesori' di san gennaro, delle madonne, dei padre pio d'ogni paese! e questo proprio perché alla gente è sempre stato insegnato in un certo modo e l'insegnamento è stato rafforzato e continuamente ricordato anche dalla tv. anche qui la tv è stato un mezzo usato infedelmente.

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    4. --- 3. come dicevo l'ignoranza non è la soluzione!
      avevo pensato qualche giorno fa di postare tutti i giorni come prima notizia il fatto che: anche moriranno 200mila persone nel mondo per fame e sete. nessuno a quasi segue la mia pagina FB e alla fine una cosa del genere avrebbe fatto dire a tutti: ma chec***o vuole questo? l'abbiamo capito ma non ce ne frega niente. d'altra parte non possiamo neanche fare, come ho visto in tante tv locali e non a carattere religioso (di qualunque credo) programmi in cui tutto è bello, buono, nessuno muore mai e tutti sono contenti e ridono. neanche questa è "la" realtà. penso che per essere felici bisogna essere coscienti di ciò che accade, del bene e del male, ma anche avere in se la capacità di dire: queste situazioni sono sbagliate e io ho una possibilità per intervenire; devo capire come. io mi devo cioè valorizzare interiormente, devo capire che io vivo in questo mondo, non aspettarmi l'inverosimile e allo stesso tempo avere fiducia che il mondo è in cammino e io posso e devo dargli una botta per farlo andare in una direzione.
      I vip. il gossip, secondo me, è negativo, non perché ci fa sapere tutto dei vip, ma perché lo fa diventare qualcosa di pruriginoso, quasi da invidia: guarda quello come si spupazza la tizia, guarda quell'altra come cornifica il tale... specie in questo momento storico c'è sempre meno bisogno, secondo me, di sapere che hollande ha trovato accoglienza in un'altra casa, per così dire. obiettivamente questo fatto cosa ci insegna? che la gente tradisce il proprio partner spesso e volentieri? e seppur è così, che bisogno c'è di riempire i tg con queste cose? sono cose sue personali e finché non c'è un reato (come nel caso del nostro amico b.) non mi interessano. non si può aprire un tg con hollande e poi parlare del bambino ucciso a cassano jonico!
      per concludere... no! Dio non c'entra niente in tutto ciò se non che lui avrebbe voluto insegnare altre cose, altri modi di comportamento; ma sono millenni che una qualche tv di qualsiasi tipo, forma e caratteristiche ha deciso che su alcune cose è bene mantenere il riserbo e su altre no. e purtroppo ha volutamente invertito i termini della questione.
      spero di essermi spiegato coerentemente. ma in sintesi mi sembra di poter dire che: la tv in se è buona (così come ogni altro mezzo di comunicazione); sono gli uomini che la adoperano male. che tv e media in generale si prestano, in quanto privi di volontà propria! ad essere strumentalizzati e gli uomini in questo sono maestri da sempre. che, comunque purtroppo, noi siamo fatti in modo da cadere facilmente nelle trappole che ci mettono davanti per indirizzare le nostre coscienze, perché non ci siamo mai formati veramente (anche grazie ad una cattiva formazione -e qui il cane si morde la coda!) una capacità di giudizio veramente obbiettivo, perché l'inconscio è sempre alla mercé del primo che passa e che "offre" di più. allora in certi casi è meglio chiudere la tv che dire: tanto la cosa mi è indifferente. e questo discorso vale soprattutto per bambini e adolescenti.

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