martedì 31 maggio 2011

Le interviste possibili: Eduardo Vitolo

Reduci dalla seconda settimana di interviste possibili, iniziamo la terza con un personaggino niente male. E che è meglio non incontrare nel bosco di sera!

Dal profondo Sud (ma mai così profondo come il mio!) ecco Eduardo Vitolo che tutti conosciamo come Edu, uno che si interessa di musica, scrittura, fatti e posti strani, insomma uno che non si pone mai limiti e che ha le idee molto chiare sui propri gusti.
E allora conosciamolo meglio attraverso questa chiacchierata virtuale.


Che ci dici di te, così... ex abrupto...?


Sono nato a Sarno nel Dicembre del 1974. Tutt’ora risiedo nel mio paese natio. Mi limito ai fatti essenziali: faccio il “giornalaio” dal 1994 intavolando collaborazioni di varia natura: dalle fanzine di metal estremo a quelle sugli Ufo, dai periodici salernitani ai giornalini universitari fino ad arrivare a quotidiani ad ampia diffusione. Per mestiere mi sono occupato di tutto: politica, cronaca nera, elezioni, reportage, cultura, eventi, moda, cucina, calcio. Purtroppo qui al Sud è un lavoro sempre sull’orlo del baratro. Tantissime testate aprono e chiudono in pochi mesi. Girano pochi soldi e ci vuole davvero il pelo sullo stomaco. Negli anni ’90 ho fatto anche il musicista in alcune cover band (Nirvana, vecchio Punk, Grind Core) e progetti poi abortiti (soprattutto metal estremo) e per diversi anni sono stato iscritto al Centro Ufologico Nazionale nella sezione campana interessandomi da vicino al fenomeno e scrivendo anche alcuni articoli. Per quanto riguarda la narrativa ho iniziato con i primi raccontini horror sempre a inizio anni ’90. Li pubblicizzavo sotto pseudonimo su alcune riviste del settore musicale chiedendo solo le spese postali (i francobolli) per il pacchetto da inviare. Autoproduzione ante litteram. Poi una pausa di qualche anno e le uscite editoriali che tutti conoscono leggendo il mio blog e non solo…Sono fidanzato da otto anni con Annalisa e tra i miei prossimi obiettivi ci sono altri libri da scrivere,continuare a fare radio (sono già due anni che esiste “Moshpit”, uno dei pochi programmi del Sud Italia a passare Rock/Metal in prima serata) laurearmi in legge, tornare nel mondo della musica con un progetto nuovo e sposarmi.
Pensa come è strano il mondo. Per anni ho fatto la Salerno-Reggio Calabria per studio, lavoro, vacanza, e quindi sono passato dal bivio di Sarno. E per anni l'ho confuso con quello di Salerno! Ma torniamo a te. Mi sembra che di carne al fuoco ce n'è abbastanza, per il passato, il presente e soprattutto il futuro. Torniamo un attimo alla tua giovinezza. Parlando di letteratura, cine-tv, musica, con cosa sei cresciuto? C’ero lo zampino della tua famiglia nelle tue scelte?



Sono cresciuto prima di tutto con Dylan Dog e i suoi cloni (Gordon Link, Lazarus Led). Devo al fumetto di Sclavi la mia passione per l’Horror. Fino ad allora i film horror mi terrorizzavano da morire. Non mi facevano chiudere occhio. Sarà una banalità ma “Profondo Rosso”, visto in tv con mia madre, mi ha tolto il sonno per anni. Poi è scoppiata la passione e non mi sono più fermato. “Notte Horror” su Italia 1 era un appuntamento imperdibile. E poi tanta “Serie B” sui canali privati. La lista è infinita. In letteratura: le Ghost Novels inglesi in primis. A seguire Lovecraft, Poe, Bierce, Wharthon, Benson, Howard, Tolkien James, King, Barker, Koontz etc. Musica: sono un fanatico del Metal, genere che seguo in tutte le sue forme dalla fine degli anni ’80, collezionando vinili, riviste, demo, fanzine e cd. Non disdegno altri generi ma il Metal è la mia vita. Tutte le cose elencate in precedenza sono frutto soltanto della mia ricerca personale e dei consigli di amici più grandi. La mia famiglia, soprattutto da ragazzo, non ha mai approvato i miei gusti e le mie passioni. Poi ci hanno fatto l’abitudine.
E ora? A che punto sei?

In campo musicale ho esplorato i grandi classici del Rock, l’Avanguardia, la musica classica, ambient e medievale. Anche per la Letteratura negli anni ho scoperto le collane da edicola (Urania, Giallo, Segretissimo), i saggi sui misteri, i classici di mia madre, tanti autori italiani (Altieri, Baraldi,Arona, Di Marino, Vergnani e tanti altri) e nuovi fumetti, soprattutto quelli americani. Per quanto riguarda film e telefilm sostanzialmente guardo di tutto, non solo horror anche se per quest’ultimo cerco di tenermi sempre aggiornato.
Ti piace il posto dove sei cresciuto e vivi ancora oggi e come ti ha influenzato? anche nello scrivere...  


Guarda, se sto fuori per qualche giorno Sarno mi manca da morire. Se sono invece a casa sogno (a volte) di andare via per sempre. Ho un rapporto di amore/odio col mio paese. È un posto tranquillo anche troppo. Accade poco e nulla. In compenso ha una grandissima tradizione storica dagli etruschi ai romani, passando per il Medioevo e il Brigantaggio. Su questo mi ha influenzato moltissimo. “Telepatia con i deceduti” è un racconto horror ambientato in una villa antica che esiste realmente. Le figure storiche del brigantaggio sarnese mi sono state d’ispirazione per un racconto che ha poi ricevuto un premio in un concorso internazionale di narrativa. Quindi sì, Sarno ha influenzato alcune mie storie.

Si sente in quest'attaccamento alla tua terra uno dei capisaldi dell'umanità e della cultura meridionale, Cosa che io invece non ho, forse per questo sono un terrone sui generis. Comunque... la tua famiglia si interessa a quello che fai ora, come blogger, scribacchino, artista…


Diciamo che sono informati dei fatti ma danno poca attenzione alla cosa. Fondamentalmente sono presi da altro e forse è meglio così. Sono molto protettivo con le mie cose e odio le invadenze.

L'amicizia ha un significato particolare per noi meridionali. Come scegli gli amici (o come gli amici scelgono te)? Condividono i tuoi stessi interessi, conoscono la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog che magari si interessa di ‘cose strane’?

Sono una persona normalissima e fortunatamente frequento amici, colleghi e conoscenti con gusti diversi dai miei. Sono un tipo curioso e cerco sempre nuovi stimoli dal contatto con gli altri. Il fatto che io mi sia buttato nel campo editoriale e nella scrittura in genere a volte ha creato varie incomprensioni con persone fondamentalmente prive di talento e troppo invadenti. Inutile dire che non ho più contatti con loro. Per il resto penso di essere un tipo disponibile e cortese ma attenti a non farmi incazzare. ^__^

Per i miei studi ho fatto moltissime ricerche e corsi sulla religiosità popolare nella mia terra, quindi so cosa significa la religione (non parlo della fede!) al Sud. E tu, sei credente? in un dio o in qualcosa che sta al di fuori (non per forza al di sopra) di te?

Sono cresciuto con un’educazione molto cattolica. Il mio primo contatto col mistero e l’horror (visuale) l’ho avuto guardando i Paputi (una processione di incappucciati rossi, presenti anche nel Survival Blog) durante il Venerdì Santo nel mio paese. Rimasi travolto emotivamente. Persa mia nonna da ragazzo ho perso anche la fede e per molti anni sono stato ateo. Dopo aver perso anche mia madre, ho riflettuto molto sulla mia vita e alla fine ho riacquistato una sorta di spiritualità molto più personale. Forse per consolazione, forse per trovare una risposta alla sofferenza. Comunque credo in Dio e in una dimensione ultraterrena anche se ripeto ho una fede molto personale. E sono attratto irrimediabilmente dal soprannaturale.

Ho molto apprezzato il tuo intervento nel Survival Blog, sia per l'originalità del contributo che per i riferimenti a riti e usanze locali vissuti. Si capisce, insomma, che sei molto coinvolto dalla terra in cui vivi, in modo quasi simbiotico. A questo punto una domanda extra sorge spontanea: se dovessi trovare un lavoro sicuro e meglio pagato al Nord, saresti disposto a lasciare la tua terra?

Bella domanda! Se guardassi esclusivamente al portafoglio ti direi assolutamente sì! Ma ormai ho trovato un certo equilibrio (non solo umano ma anche economico) che mi permette di sopravvivere (per ora!) nel "famigerato" Sud. Se possibile vorrei vivere qui fino alla fine dei miei giorni, magari se non proprio a Sarno, in centri un po' più attivi come Nocera Inferiore, Cava dei Tirreni, Mercato San Severino o Salerno. In alternativa Roma sarebbe la mia prima preferenza. Amo la capitale piena di storia e di arte. Ma ripeto sono abituato alla pace della provincia e non so come potrei resistere nel caos metropolitano. Per esempio, stamattina mi sono svegliato presto e aprendo la finestra mi sono goduto il panorama della collina del Saretto col castello medievale nel più totale silenzio. Sarebbe possibile questo a Milano? Non credo... I soldi non sono tutto: banale ma vero!

Allora torniamo alle domande di routine. Ami la tua terra e ne sei sicuramemte attratto e influenzato, ma i tuoi personaggi e le tue storie, dove vengono fuori ? Qual è un tuo personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?

Vengono fuori nei modi più svariati: letture, viaggi, film, persone, avvenimenti comuni, storia, riflessioni personali. Non c’è un target specifico a mio parere. Sono affezionato a “Horror Rock, la musica delle tenebre" (Arcana, 2010), saggio che seppur scritto a quattro mani, è nato da una mia idea e dalle mie fissazioni. Ma se penso al primo libro Telepatia con i deceduti” e all’inesperienza di quel periodo ho un moto di tenerezza. Un giorno lo riscriverò da capo. È già pronto il prequel.

Ampliamo un po' gli orizzonti. Ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?

Certo che mi piace! Io vivo al Sud, nel salernitano che territorialmente è un po’ tagliato fuori dai grandi eventi, dalle mostre, dai musei, dall’arte. Quando vado a Napoli, Roma, Firenze, Perugia rimango sempre folgorato da quello che vedo. Alla fine vivere appartato non è poi così male se poi hai tante cose da scoprire, uscendo di casa. Pregi: c’è tanta bellezza in giro. Difetti: la gente non sa apprezzare quello che ha. Potenzialità: col rispetto e l’attenzione verso gli altri arriveranno le potenzialità.

Questa è una di quelle domande, come la precedente del resto, che ha visto diverse opinioni negli altri intervistati: cosa pensi dei flussi migratori che negli ultimi venti anni stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa?


Se ti riferisci a flussi migratori che costantemente arrivano in Italia tramite relitti sul mare, io credo che non abbiano nulla a che fare con la cultura. Non sono studenti o artisti che arrivano sin qui per arricchirsi e arricchirci culturalmente. Ci sono poi in gioco numerosi fattori, religiosi in primis, che ostacolano a mio modo di vedere una costruttiva integrazione soprattutto nelle classi sociali più basse. Io sono convinto che ora come ora l’Italia non sia un paese attrezzato per gestire il problema. Non c’è nemmeno tolleranza o pietas, visto che la classe politica attuale sta educando le persone all’odio e all’egoismo. C’è sempre una sorta di incertezza o una cattiva gestione del problema. Altri paesi come Francia o Germania sembrano avere, nel bene o nel male, una mentalità differente e sicuramente maggior polso. L’Unione Europea ha due strade: chiudersi a riccio oppure accogliere il cambiamento. Non so come andrà…

C’è un personaggio o un fatto (storico, politico, religioso, sociale) a cui ti senti particolarmente legato e/o che ha influito e influisce sulle tue scelte?

Culturalmente sono legato a un artista danese: King Diamond. Un musicista rock che in tempi di chiusura totale e di bieco moralismo (gli anni ’80), portava sul palco storie soprannaturali e demoni di cartapesta. Il mio immaginario personale deve molto ai suoi dischi e alla sua carica visiva. Per il resto ho tante fissazioni che vanno e vengono.
E infatti ho notato che c'è particolare sezione del tuo blog dedicata a quelle terre, anche se lì si parla di Norvegia. Ed ora una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te.

I libri che ho scritto e la mia collezione di vinili.
Anche in questo caso ti confermi un romantico, nonostante l'apparenza da personaggio 'maledetto'! E visto che anche tu sei un mortale come tutti noi, dove andrai in vacanza quest’estate?
Vacanze? Non pervenute. Ho due matrimoni a cui devo per forza partecipare e alcuni impegni importanti di lavoro e studio. Mi accontenterò di qualche weekend di relax in giro. Qui l’estate è molto lunga.
Confermo anche quest'aspetto del Sud che vuole un estate lunghissima. Quando ero piccolo, ma ti parlo di 40 e più anni fa, ricordo che le domeniche d'ottobre si scendeva ancora a mare a fare il bagno! Altri tempi! Ora, se vuoi, aggiungi una domanda che non hai trovato e a cui eventualmente ti piacerebbe rispondere per completare un quadro di te stesso.
Per deformazione professionale odio farmi domande ma amo farle agli altri. Quindi colgo semplicemente l’occasione per chiederti: ma come ti è venuta un’idea così simpatica? Comincio a invidiarti… vedi ho anche dei difetti. ^__^ Grazie mille per la bella intervista, TIM. A buon rendere!

Accidenti! Questo finale mi ha spiazzato! Ma si sa, noi terroncelli siamo fatti così... Perciò mi avvalgo della facoltà di non rispondere... e vi lascio con la sua musica. Ma attenzione: il video che state per vedere è autentico! Girato nelle vicinanze del castello di Sarno! Come si dice: uomo avvisato, mezzo salvato!
TIM
(Le altre interviste possibili: Nick, Simone M., Glauco e Alex)

venerdì 27 maggio 2011

Le interviste possibili: Alex Girola

C'è un tipo, che gira nella bloggosfera, con l'aria di chi è sempre da un'altra parte, che sembra innocuo e forse anche turlupinabile, a cui non daresti una lira.
Sì, proprio quello della foto alla vostra destra.
Poi leggi il nome sulla sua tessera d'ingresso esclusiva al Billionaire life club e ti accorgi di essere davanti a uno che da un momento all'altro ti stupirà con qualche gioco di prestigio letterario, capace di intavolare una discussione infinita su ghost town e criptobiologia; che nottetempo si collega tramite strani aggeggi con l'oltreoceano (e a volte anche con l'oltretomba) e ti parla in tempo reale dell'ultima produzione seriale a stelle e strisce.
E' proprio lui, Alex Girola, che ha accettato di sottostare alla raffica di domande di queste interviste possibili. E ne siamo onorati, come lo siamo per tutti quelli che l'hanno preceduto e lo seguiranno.
Ma prima che si dissolva in una nuvola mesmerica (lui saprebbe sicuramente cos'è e , soprattutto, se esiste) non perdiamo altro tempo e diamogli la parola.


Ciao, Alex. Tenendo conto del fatto che tutti sappiamo che sei nato il 26 novembre (!), dacci qualche altra notizia su di te.
Sono un classe '75, milanese di nascita e di adozione, nel senso che a Milano ci lavoro, anche se vivo nell'hinterland. Figlio unico, con tutti i pregi e difetti che ne consegue, al momento celibe, anche se, come si direbbe su Facebook “vivo una relazione aperta”. Lavoro nell'ambito del marketing bancario, anche se è più una necessità per sopravvivere che non una scelta di vita.


Marketing bancario… marketing bancario… non conosco l’articolo. Perciò andiamo sul sicuro e parliamo di letteratura, cine-tv, musica: con cosa sei cresciuto? C’ero lo zampino della tua famiglia nelle tue scelte?
Mia madre mi regalò i primissimi libri, classici d'avventura per ragazzi: Zanna bianca, L'isola del tesoro, molti romanzi di Salgari, la versione per giovanissimi dell'Iliade etc etc. Fu amore a prima vista. Subito dopo arrivarono i librogame, che ancora oggi ritengo fondamentali nella mia formazione, sia da lettore che da scrittore. A livello di cinema ho sempre amato l'horror e la fantascienza. Da piccolo ero costretto a vedere certi capolavori di nascosto, perché i miei genitori li reputavano inadatti ai ragazzini (chissà, magari avevano ragione). A livello musicale sono – e qui stupirò qualcuno – un figlio del pop, al massimo del rock. Niente metal, niente generi di solito attribuiti agli scrittori “horror”.
E ora come sono cambiati, se lo sono, i tuoi gusti?


Non sono cambiati. Sono diventato solo più esigente. Molto. Da ragazzino mi esaltavo per qualunque cosa rientrasse, anche di striscio, nei generi che amavo. Dal b-movie trash al romanzaccio di terza categoria: ero onnivoro. Ora invece cerco principalmente materiale – libri, film, fumetti – di qualità, e scarto il resto. Diciamo che è anche una questione di tempo: avendo solo pochissime ore a disposizione da dedicare ai miei interessi non posso farmi piacere tutto. Quindi sono diventato selettivo.
Un mio amico, sfegatato tifoso rossonero, dice di abitare nel “milanland” milanese perché prova ribrezzo solo a pronunciare la parola (h)interland! Non conosco le tue preferenze calcistiche e se ne hai, ma a te piace il posto dove sei cresciuto e come ti ha influenzato? Anche nello scrivere dico…
So benissimo di essere fortunato a vivere alle porte di Milano, e anche a essere cresciuto in una zona all'avanguardia rispetto al resto d'Italia. Con la mia città ho un rapporto strano: ci sono molto affezionato e al contempo provo un crescente fastidio per i milanesi, che stanno peggiorando di anno in anno, di generazione in generazione. Diciamo che ho raggiunto un compromesso: frequento la città per quanto mi è utile, ma sono felice di vivere in provincia.


Beh, sono molti quelli che vivono ai margini delle metropoli per goderne appieno le potenzialità senza farsi insabbiare dagli aspetti negativi. C’è addirittura tanta gente che conosco e che ha scelto di vivere a Vercelli per andare a lavorare a Torino e Milano, perché gli è più comodo per il lavoro! Torniamo a bomba. La tua famiglia si interessa a quello che fai ora, come blogger, scribacchino, artista…




La mia famiglia è contraria a quel che faccio. Se ne interessa poco e quando lo fa è per criticare. In fondo la scrittura, il blogging e altre attività di questo genere portano pochissimi soldi sul conto in banca. Per la stragrande maggioranza dei lombardi over 50 i soldi sono tutto. Quindi avrebbero senz'altro preferito che scegliessi una solida carriera da professionista in giacca e cravatta, tipo l'avvocato o il commercialista. Mio padre si sarebbe anche accontentato di vedermi giocare a calcio, pace all'anima sua.
Ancora oggi, a 35 anni suonati, sento di tanto in tanto le punzecchiature dei parenti più stretti: “Ma cosa butti a fare il tempo in queste cose?”
Ovviamente me ne frego e tiro dritto, però non è sempre facile sentirsi così poco compresi. E poco apprezzati.


Quindi per la tua famiglia è tutto tempo perso… meno male, per tutti noi, che non le dai ascolto! E con gli amici, invece, come sei messo? Come li scegli? e loro, i colleghi di lavoro, condividono i tuoi stessi interessi, conoscono la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog che si interessa anche di ‘cose strane’?


Gli amici li scelgo più per affinità di carattere che non d'interesse. In passato avevo molti più amici che condividevano le mie passioni (libri, film, giochi di ruolo etc). Ora in realtà coltivo solo tre/quattro rapporti degni della famosa “A” maiuscola, mentre tutti gli altri li catalogo come conoscenze. L'importante è che completino la mia vita, magari sapendo come trattarmi nei momenti di debolezza, o consigliandomi per il giusto quando sono nel pallone. Poco importa se non amano l'horror o se non leggono i miei romanzi.
Tuttavia, anche se in pochi condividono la mia passione per la scrittura (etc etc), tutti, ma proprio tutti, sanno che me ne occupo e sanno del blog.
Aggiungo un'ultima cosa: forse non è così male avere amici che non s'interessano di scrittura, di horror, zombie, fantascienza etc etc. Se così non fosse rischierei di parlare solo di questi argomenti, tanto sul blog quanto di persona. Invece così, coi miei amici in carne e ossa, riesco a staccare, a parlare di musica, di viaggi, di politica, e di argomenti anche un po' più solari. Trovo che sia una bella dose di equilibrio...
Spesso il trattare questi argomenti ‘fuori dal normale’ rimanda ad una delle domande base dell’esistenza: credi in un dio o in qualcosa che sta al di fuori (non per forza al di sopra) di te?


No, non sono credente. Immagino – anzi, ne sono certo – che esista qualche forza superiore alle nostre miserie umane. Ma per me potrebbe trattarsi tanto di una civiltà aliena infinitamente più evoluta della nostra, quanto di qualche entità lovecraftiana che aspetta il momento giusto per livellare il nostro pianeta. E in fondo mi va bene così: fino ad allora saremo noi, e solo noi, i padroni del nostro destino.
Da dove vengono fuori i tuoi personaggi e le tue storie? qual è un tuo personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?

I miei personaggi vengono dal background che mi sono costruito in anni di letture, di fumetti e di film. Nella mia scrittura c'è molta meno introspezione di quel che si pensa, ed è una scelta voluta, visto che io mi ritengo più un intrattenitore che non uno scrittore. Quindi storie, mostri ed eroi vengono da altre storie, mostri ed eroi che ho amato in questi miei primi 35 anni. Poco poetico, ma vero.
Il personaggio a cui sono più legato? Forse Cristina Riccione, la giornalista inventata per il Survival Blog prima e per Scene selezionate della Pandemia Gialla poi. Doveva essere un elemento secondario della storia, mentre alla fine ha surclassato il protagonista del mio SB.

C’è un personaggio o un fatto (storico, politico, religioso, sociale) a cui ti senti particolarmente legato e/o che ha influito e influisce sulle tue scelte?

Non c'è un fatto storico che influisce direttamente sulle mie scelte, tuttavia so per certo che c'è un evento che ha influito su tutta la nostra generazione. Si tratta della fine della Guerra Fredda. Un bene per tutti, ma non per me. Questo “Nuovo Ordine Mondiale” che va pian piano compiendosi a furia di capitalismo sfrenato, malaffare ed economia in stile cowboy, beh, mi fa rimpiangere i delicati equilibri spezzati a fine anni '80. C'era un ordine nel caos, anche se era sottile e severo.
Strano. Pensa che ho infilato questa domanda proprio riflettendo sulle tante discussioni fatte sul tuo blog a proposito di prussiani, ottomani e bella gente del genere. E ora tu fai un discorso sulla guerra fredda (che peraltro condivido in pieno)! Restiamo all’attualità: ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?

No, non piace perché è un paese vecchio, stanco e sostanzialmente menefreghista. Mettiamoci pure sottoculturato e non al passo col resto dell'Europa che conta. Potenzialità e pregi ne abbiamo, ma li stiamo nascondendo bene. Direi che la prima cosa da fare è ripartire da una classe politica più dignitosa e preparata, lasciarci alle spalle le rovine del berlusconismo e del filo-papismo, e tentare di costruire un nuovo popolo, prima che un nuovo paese. Però la vedo dura, molto dura.
E allora qual'è il tuo paese ideale, o almeno dove penseresti di trovarti meglio?



Non ho un paese "ideale" in cui vivere. Diciamo che ho apprezzato moltissimo Londra, città viva, moderna e al contempo piena di storia. Non mi dispiacerebbe vivere lì. Ma un domani valuterò ben più semplicemente l'idea di trasferirmi in montagna, qui in Lombardia. Magari in un paese dove il clima è più fresco (ODIO il caldo) e la vita più rilassante. Non parlo certo di fare l'eremita o l'asceta. Ci sono delle ottime montagne in quota bassa, a un'ora di auto da Milano. Ecco, lì non mi spiacerebbe affatto vivere.
Cosa pensi dei flussi migratori che, specialmente in questi ultimi venti anni, stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa?


Penso una grande banalità: le scelte giuste da fare sono quelle a metà tra la solidarietà assoluta e la tolleranza zero. Vale a dire: accogliere con umanità, ma applicando regole. Offrire strutture, assistenza, possibilità di inserirsi e di lavorare, ma senza perdere la nostra identità come popolo. Ovviamente non stiamo facendo nulla di tutto ciò, limitandoci a prendere piccoli provvedimenti per meri fini propagandistici. Francia, Germania, Regno Unito (etc etc) sono vent'anni avanti a noi, in tema di immigrazione.
Il flussi migratori possono essere davvero una grande risorsa, ma ci vuole programmazione, controllo, dignità. Vedi qualcosa del genere in Italia?
Noi siamo famosi per essere il paese dell'arte, quindi dell'improvvisazione. Il problema è che spesso facciamo finta che sia tutto una commedia dell'arte dove i copioni erano canovacci su cui inventare! Mah... Ed ora una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te.


Un ricordo nella mente e nel cuore delle persone che ho conosciuto, innanzitutto. Meglio ancora se questo ricordo è buono, o almeno simpatico.
Dove andrai in vacanza quest’estate?


A New York! Un viaggio che attendo con grande, grandissima trepidazione.
Bellissimo! Speriamo solo che fino ad allora qualche fenomeno bio-fisio-patologico non provochi la chiusura delle frontiere, il divieto di sorvolo dei cieli nazionali e la sospensione del campionato di cricket!
Allora auguriamo un buon viaggio ad Alex e lo ringraziamo della chiacchierata e del brano musicale che ha scelto per noi.


TIM


(Le altre interviste possibili: Nick, Simone M. e Glauco)

mercoledì 25 maggio 2011

Siparietti

Votantonio, votantonio, votantonio...

Attenzione! NON GUARDARE IL VIDEO! si tratta di bieca campagna elettorale!
Ripetiamo. NON GUARDARE! Specie se facilmente impressionabili o possessori ancora di un cervello funzionante. Potrebbe infatti risvegliare in voi pensieri non preventivamente approvati.



Chiesa e pedofilia

Con tutto il rispetto per le vittime, due parole sull'argomento.
Le alte gerarchi della chiesa continuano a dire che si tratta di un'infame emergenza non ancora superata. Questa non è un'emergenza e non si tratta del fatto che è non ancora superata. Spero di avere il tempo (e la voglia) di postare qualcosa sull'argomento quanto prima. Per ora mi sentirei semplicemente di suggerire di procedere come in America dove le vittime della pedofilia possono chiamare in causa la diocesi in quanto datore di lavoro del dipendente-prete colpevole. E chiedere alla stessa diocesi un risarcimento congruo (che oltre oceano ne ha lasciato parecchie in mutande). Forse, se c'è di mezzo del vil denaro, sterco del diavolo, qualche vescovo comincerà a stare più attento a chi paga lo stipendio, visto che in tutti gli ultimi casi di preti coinvolti in scandali sessuali, è risultato che i superiori erano a conoscenza di tutto e da molto tempo e hanno sempre coperto e insabbiato.

Sport?

Questa edificante notizia mi costringe a fare una riflessione. Se basta avere 600.000 euro per evitare la retrocessione ad una squadra che invece se l'era meritata suol campo, che si giocano ancora a fare i vari campionati? Potremmo fare tutto per finta: calendario finto, partite finte, lotta per lo scudetto finto, telecronisti che si fanno venire gli infarti in diretta finti. Insomma tutto come in uno dei migliori romanzi di Philip Dick, dove la realtà è sempre un passo più in là di quello che si vede. E poi, alla fine, vince chi ha più soldi e retrocede la squadra che può pagare di meno. E poi, da inguaribile romantico, mi metto nei panni di quegli atleti che giocheranno il prossimo anno in serie B (perché qualcuno ha pagato per lasciarceli) pur essendosi meritata la promozione sul campo; e mi sentirei umiliato. E un po' anche incazzato.

Sick Building Syndrome
E che è? direte voi. E' il blog (di prossima inaugurazione) su cui un gruppo di pazzi sprassolati e un poco scemi si cimenterà nella singolar tenzone del round robin di Davide azz... Mana, di cui vi avevo già parlato qui. Proprio oggi ci è stato consegnato l'ordine di battuta e, appunto, le chiavi per entrare nella casa stregata.
Vi lascio una buona serata e... fate i bravi, mi raccomando!
TIM
P.S.: non ho dimenticato le mie recensioni da osteria! ho diversi titoli letti e già segnati; ma questa cosa delle interviste mi assorbe un bel po' di tempo, e non riesco a fare nient'altro di impegnativo. Perciò abbiate pazienza...
P.P.S.: ascoltata in questo momento da una cliente! non mi invento niente! attenzione: nel 2012 non può esserci la fine del mondo, perché Berlusconi sta facendo progetti a lunga durata e se sapeva che c'era l'apocalisse non avrebbe fatto di tutti questi programmi! a questo punto abbiamo la prova che il berlu è Dio, o quanto meno ci va molto vicino. Oppure è uno 'informato sui fatti'! e che, purtroppo, c'è tanta gente che ci crede veramente!

lunedì 23 maggio 2011

Le interviste possibili: Glauco Silvestri

Ma non doveva essere Glauco Silvestri?


Terzo appuntamento con le mie interviste possibili. Dopo i grandi successi di Nick Parisi e Simone M. Navarra, signore e signori, ecco a voi Glauco Silvestri.
Sarà capitato anche a voi, quando la sera vi immergete nei vicoli di Bologna (e se non siete del posto, andateci, vi assicuro che è un posto meraviglioso!) di incontrare un tizio in trench color sabbia, accompagnato spesso da un gattaccio che sbuffa e saltella mefistofelico. Bene. Se lo vedete, chiedete a lui -il tizio dico- e sicuramente vi saprà dire in quale osteria trovare Glauco. A meno che non abbiano appena finito di litigare, magari per questioni economiche, di parcelle non saldate e diritti d'autore rubati.
Io sono riuscito a rintracciare il Silvestri qualche giorno fa e, con un registratorino nascosto nel taschino (prestatomi dall'uomo in trench), gli ho sparato a bruciapelo qualche domanda. Non è un vero e proprio interrogatorio, anche perché credo che un tipo come lui abbia ben poco da nascondere, ma una chiacchierata tra amici.
Questa è la trascrizione dell'incontro
N.d.A.: ho dovuto farmi tradurre da tale Guccini  Francesco alcune frasi idiomatiche bolognesi che lui continuava a pronunciare nonostante le mie rimostranze. Alla fine mi sembra che sia tutto a posto.
Ecco l'intervista rubata.

Qualche notizia anagrafica che vuoi dare di te.
Glauco Silvestri. Classe 1972. Single. Bolognese. Impiegato in una azienda di elettronica. Faccio il Masterista. Fuori dall’ufficio mi dedico alla narrativa (leggo/scrivo), vado al cinema, faccio lunghe passeggiate, rifletto su ciò che c’è di sbagliato in me (senza però tentare di correggermi davvero). Amo viaggiare ma non lo faccio più da parecchio tempo. Amo andare in bicicletta ma alcuni problemi di salute me lo impediscono. Che altro? Be’, non posso proprio svelare tutto di me.
Beh, deve essere faticoso fare il batterista, o il tastierista che sia. O forse era masterista? boh, c'è tanta gente strana in giro! Fatto sta che ci avviciniamo alla quarantina, età impegnativa! Comunque, parlando di letteratura, cine-tv, musica, con cosa sei cresciuto? c’ero lo zampino della tua famiglia nelle tue scelte?

No. Sì. Probabilmente c’è. C’è il cinema della domenica. Appuntamento immancabile di quando ero piccolo. Però ammetto che non ricordo se fossero loro a spingermi ad andare al cinema, o se fossi io a insistere. C’è sicuramente il loro zampino nel mio amore per la vita all’aria aperta, per la montagna, visto che è in montagna che ho passato tutte le mie estati. Ma anche qui… non dipenderà forse dal fatto che al mare non mi ci sono mai trovato bene (causa la mia carnagione, causa… bo’… l’unica cosa che mi piaceva fare al mare era leggere i fumetti sotto l’ombrellone e, mangiare un panino a mezzogiorno nella pineta vicino alla spiaggia). C’è il loro zampino nella mia ecletticità sui gusti musicali. Loro ascoltavano per lo più musicisti italiani. Io… facevo da dj sul mangiacassette. Poi ho insistito per avere uno stereo, avrò avuto undici o dodici anni, e il mio primo disco è stato I Want it All dei Queen, scelto per via della copertina. Da quel momento, il divario musicale tra me e i miei si è sempre più allargato. C’è l’amore per la lettura? Questo non lo so. Non ricordo un momento della mia vita in cui io non abbia avuto in mano qualcosa da leggere. Da Topolino, a Lancio Story, ai libri. Se ho letto alcuni classici russi che ancora andavo in prima media un motivo ci sarà, ma non so se è una mia caratteristica innata o...
O...? Niente? Va bene: e ora come sono cambiati, se lo sono, i tuoi gusti?

Mm… domanda difficile. Non credo che i miei gusti siano cambiati. Credo piuttosto che si siano ampliati. Amo ancora ascoltare Celentano. Però non disdegno i riff di chitarra, o un bell’assolo di batteria. Idem per cinema e narrativa. Più che cambiare direzione, mi espando a macchia d’olio.
Lo dicevo io che c'entrava la batteria! Ma a te che sei bolognese puro sangue, ti piace il posto dove sei cresciuto e vivi ancora? e come ti ha influenzato? anche nello scrivere…

Assolutamente sì. Adoro Bologna in tutto e per tutto. Amo i suoi difetti e i suoi pregi. Soprattutto amo le sue contraddizioni, tra cui quella di avere la nomea di città accogliente, e allo stesso tempo, chiusa in sé stessa. Non è un caso che Bologna sia il teatro di molti miei racconti. Non potrebbe essere altrimenti.
La tua famiglia si interessa a quello che fai adesso, come blogger, scribacchino, artista…

C’è stato un tempo in cui partecipava. C’è stato un tempo in cui era molto presente. Credo per causa mia, che sono abbastanza chiuso, oggi partecipa meno. A ogni modo il loro appoggio non è mai mancato. Tutt’altro. Ma devo essere io a iniziare il discorso, e ammetto che non mi capita spesso.

E gli amici, come li scegli? o sono lor a scegliere te? e loro, i colleghi di lavoro, condividono i tuoi stessi interessi, conoscono la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog che magari si interessa di ‘cose strane’?

Gli amici… Ci vorrebbe un romanzo per affrontare con completezza questo argomento. Diciamo che, ultimamente, ho una cerchia ristrettissima di amici. E siamo diversissimi l’uno dall’altro. Un biker, uno che vive di palestra, uno che per certi versi è ancora immerso negl’anni 70, anche se gli anni settanta lui li ha vissuti (come me) con gli occhi di un bambino appena nato. I miei tre amici si interessano alle mie attività, così come io alle loro. Forse la diversità ci aiuta a comprenderci l’un l’altro. Però… lo ammetto, l’argomento che più spesso si affronta tra di noi riguarda le donne.
Sul lavoro sono davvero in pochi che si interessano veramente alla mia attività di scrittura. Suppongo che per lo più dipenda dal fatto che ognuno di loro ha la sua vita, i suoi problemi, le sue passioni. In pochi, che io sappia, tra loro, sono lettori forti. Per cui hanno altre priorità. E poi c’è il fatto che io sono comunque, come ho già accennato, chiuso per natura. Per cui difficilmente parlo dei successi, o dei disastri, con qualcuno… a meno che non mi venga chiesto esplicitamente.
Senti, so che chiedere ad un vero bolognese, città piena di misteri e malebolgie nascoste, se è credente è dificile... ma tu, ci credi in un dio o in qualcosa che sta al di fuori di te?

Dio esiste sicuramente, e credo sia un gran burlone. Non credo molto nelle religioni. Le religioni sono fatte dagli uomini, e spesso sono nate dalle paure ancestrali, o più cinicamente dal desiderio di controllare i più deboli e acquisire potere. Questo non significa che all’interno delle organizzazioni religiose non esistano persone dal cuore grande, capaci di grandissimi sacrifici, capaci di dare tutto per il prossimo.
Per tornare a Dio… io non so precisamente cosa identificare con questa parola. Il creatore potrebbe essere anche un “popolo” tecnologicamente avanzato. Potrebbero averci creati per caso, o perché avevano bisogno di manodopera a basso costo. Oppure siamo nati senza motivi in questo folle universo. Oppure per davvero c’è una entità superiore uguale proprio a ciò che ci viene raccontato nei testi religiosi. Io non lo so. Non posso saperlo.
Dio potrebbe essere l’essere bonario con la barba bianca, oppure la natura stessa, oppure un alieno verde con le antenne. Non è importante quale sia la sua forma. Non siamo venuti dal nulla. Quel punto di origine, io lo chiamo Dio.
Credere in una religione è un po’ come decidere quale filosofia di vita seguire. Credere in Dio è… credere nelle proprie, lontanissime, origini... Qualunque cosa questo possa significare.
Molti mi hanno detto che tu scrivi storie che, pare, ti inventi da solo. Se fosse vero, da dove vengono fuori i tuoi personaggi e le tue storie? qual è un tuo personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?

I miei personaggi, è inutile negarlo, escono fuori da me. Non li creo a mia immagine e somiglianza, intendiamoci, ma in ognuno di loro c’è qualcosa di mio. Può essere un dettaglio del mio carattere, un’esperienza vissuta, il mio rapporto con altre persone, brandelli di caratteri che ho colto nelle persone che ho frequentato in passato e che frequento ora. Disegno i miei personaggi studiando le persone. Amo passare il tempo nelle piazze o per strada (per questo cammino molto), osservare la vita degl’altri e catturarne dei dettagli. Questi dettagli diventano i miei personaggi.
E’ difficile dire quale sia il personaggio a cui sono più affezionato. Oggi lavoro molto con Mauro. Potrebbe essere lui… ma metterei in ombra quelli con cui ho trascorso tanto tempo negl’anni scorsi. Non ne esiste ancora uno capace di scalzare gli altri e salire da solo sul gradino più alto del podio.
Però posso affermare con certezza che amo di più i personaggi negativi. In qualche commento, in passato, mi è stato fatto notare che nei miei lavori la costruzione dei personaggi negativi è sempre più efficace di quella dei positivi. In tutto c’è qualcosa di vero. E’ c’è persino un motivo profondo, che però preferisco tenere per me (almeno per ora).

C’è un personaggio o un fatto storico a cui ti senti particolarmente legato e che ha influito e influisce sulle tue scelte?

E' una domanda complessa. Diciamo che la strage di Bologna, per quanto fossi bambino, ha cambiato il mio modo di vedere il mondo. Quel giorno è morta una bambina che frequentava la mia scuola. Un mio compagno di classe ha rischiato la stessa fine. Io, ricordo ancora molto bene, al rientro delle vacanze, quando fummo tutti radunati nel piazzale della scuola per salutare la piccola Manuela. Non la conoscevo di persona ma... sapere che una bambina era morta, così... puff... in un istante, mi ha fatto riflettere parecchio. E' difficile che i bambini vedano in faccia la morte. Io non l'ho vista mai. Però quel giorno mi è rimasto impresso. Un paio di anni fa ho scritto un racconto su quell'evento... non so se l'hai letto.
Si l'ho letto non molto tempo fa, mentre facevo ricerche su di te per... ehm... cioé è stato per caso che l'ho trovato e... comunque le domande le faccio io: ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?

L’Italia mi fa sorridere. L’Italia non è una nazione. E’ una aggregazione di popoli che a stento riescono a sopportarsi l’un l’altro. E’ per questo che il nostro paese arranca senza mai avere un momento per tirare il fiato. Siamo troppo impegnati a cercare di soverchiare il nostro vicino… Mi viene in mente La Secchia Rapita… Una antica novella che narra di litigi tra bolognesi e modenesi.
Non è che oggi le cose siano cambiate molto da allora. Cambiano i colori della pelle, le nazionalità, ma ancora siamo qui a guardare con sospetto tutti coloro che si avvicinano al nostro orticello.
Pregi, difetti, potenzialità… quale stato al mondo non ha pregi, difetti, e potenzialità?
Il più grande difetto del nostro paese è che guarda troppo fuori dai confini. Le soluzioni dovrebbe cercarle sul territorio. E’ inutile parlare di governo alla francese, del sistema americano, del nazionalismo teutonico. Noi non siamo americani, francesi, tedeschi. Noi siamo italiani e dobbiamo partire dal presupposto che i problemi dobbiamo risolverceli da soli.
Sarà che a me non piace chiedere aiuto, ne chiedere consigli all’esterno. Sarà che a me piace rimboccarmi le maniche e imparare ciò che non so, per poter raggiungere il mio scopo.
Non possiamo pensare di risolvere i nostri problemi copiando ciò che è stato fatto all’estero, quando le scelte straniere sono nate da presupposti completamente diversi dal nostro. Noi dobbiamo trovare la nostra realtà, non copiare dagl’altri, come si faceva a scuola. Questo è un modo per aggirare i problemi, non per risolverli, e soprattutto è il metodo migliore per scaricare le responsabilità se le cose non funzionano perché… il sistema scelto è quello francese, quello tedesco, quello americano… non il nostro.
Cosa pensi dei flussi migratori che negli ultimi venti anni stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa?

I flussi migratori ci sono sempre stati e ci saranno sempre. Si dice che un tempo anche noi eravamo emigranti… Io credo che lo siamo ancora. Come descrivere la fuga di giovani che vanno a cercare soddisfazione e un lavoro adatto alle proprie potenzialità, all’estero?
L’unico equilibrio culturale lo si otterrà veramente quando smetteremo di avere paura di chi entra nel nostro paese. Il colore della pelle o il luogo in cui uno è nato non può, e soprattutto non deve, essere una discriminante.
Bene, qual'è una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te?
Visto che scrivo, vorrei tanto che un mio racconto, un mio romanzo, riuscisse a lasciare il segno, non tanto nella storia dell’umanità, piuttosto nel background culturale di chi ha avuto la possibilità di leggermi.
E, così, per curiosità, dove andrai in vacanza quest’estate?
Non lo so. E’ un periodo di molta confusione nella mia vita. Soprattutto non riesco a prendere decisioni a lungo termine. E’ come se stessi aspettando qualcosa. Se un tempo amavo partire anche da solo, per luoghi lontani, ora mi pare… tempo sprecato. Vorrei condividere le mie esperienze. La solitudine non mi convince più come un tempo.
A questo punto il Silvestri Glauco si alza leggermente dalla sedia e con mossa repentina fa saltare fuori dalla tasca una berta bella lucente. Io resto sbaragliato dalla cosa e lui ne approfitta per poggiarla con fare deciso sul tavolino dove stanno i nostri bicchieri vuoti: chinotto corretto all'anice per me, birra per lui. Qui inizia uno sproloquio in dialetto indigeno di cui non capisco niente, e che viene interrotto ad un certo punto dal suono di un violino buca timpani che suona "Il trillo del diavolo". Ci guardiamo straniti entrambi; poi il Silvestri sembra risvegliarsi all'improvviso e ficca una mano in tasca. Spunta fuori un telefonino col quale armeggia per qualche secondo, mentre la musichetta continua ad inquinare le orecchie di tutti gli avventori; qui, senza rispondere, batte il pugno sul tavolino di ferro e grida qualcosa tipo: E' lei! Tè ti cumpagna n'gatt co' gl'ùnz àtac'ai Ball. Tè e tù pèdar… al stass qual. Lo stesso 'qualo'. Soc'mel Ban. Va là; si alza in piedi, afferra la pistola e scompare fuori dal bar.
Nell'andare via getta un biglietto tutto stropicciato e umidiccio che prende dalla tasca. Penso si tratti di euri, e invece è un pezzo di carta con questo link.
Se lo vedete, ditegli che la birra fa' 3.50! Mica c'ho il rimborso spese io!
TIM

sabato 21 maggio 2011

E poi dice che uno si butta a sinistra!

Post per... augurare un buon fine settimana.
E così faccio anche un consuntivo di queste due prime interviste possibili, quella a Simone M. Navarra e quella a Nick Parisi.
Sono davvero soddisfatto perché ho visto che i contatti sono schizzati in alto (per me 35-40 visite al giorno sono come essere nel paese di Bengodi!). E questo non tanto perché ho capitalizzato presenze, cosa che può far piacere ma non è tutto, ma perché ho visto che vi siete interessati alle storie degli amici di cella virtuale, alla vita dei blogger che leggiamo ogni giorno. Questo era lo scopo che mi ero prefissato. E per ora mi sembra di averlo raggiunto.
Ora due-parole-due sugli altri lavoretti in corso.
E' un momento in cui molti stanno sfornando spin off o riedizioni del proprio Survival Blog. Saranno le coincidenze, ma anch'io da qualche giorno ho rimesso mano al mio lavoro. Sto rivedendo capitolo per capitolo il testo e scrivendo un capitolo finale a sorpresa. Non ci saranno modifiche nella storia: Theo morirà sempre e Carlo lancerà il suo grido d'aiuto via mail. Ma questo ulteriore capitolo darà probabilmente un senso nuovo a tutta la storia.
Un dubbio che finora mi resta è come trattare i link presenti nel testo. Mi sono messo infatti nei panni di chi, magari, potrebbe leggere il SB da un lettore ereader non collegato ad internet (come il mio Cybook) e mi sono chiesto: a cosa si riferiscono questi link? che altra storia è quella cui si rimanda? E visto che mi piace far conoscere, attraverso la mia, le storie degli altri blogger, per dare anche una visione più d'insieme di cosa è stato il Survival Blog in termini di partecipazione, scrittura, emozioni date e ricevute, penso che dovrò trovare una soluzione alternativa. Molto probabilmente farò così: eliminerò i link dal testo, mettendoli in nota -e quindi dando comunque un riferimento virtuale a chi ha la possibilità di andare a vedere immediatamente- e racconterò quello che non si può più cliccare. Certamente il testo diventerà più lungo e, forse più complesso, ma sarà più comprensibile a tutti.
Spero poi di riuscire questa volta a dare anche una presentazione meno approssimativa al prodotto, con una copertina meno minimalista del solito e, speriamo, più accattivante, visto che contrariamente a quello che si dice, l'abito (spesso) fa il monaco. Ma pensiamo a una cosa per volta.
Infine, mi sono messo in una brutta situazione. Ho accettato di partecipare alla giostra letteraria di Davide ettepareva Mana. Non l'avessi mai fatto! Sono due notti che non dormo e se anche riesco ad appisolarmi un attimo vedo gli occhi spiritati del faccione del paleontologo, il quale si china su di me e minacciandomi con il fossile di un virus mortale del cenozoico, mi intima di consegnargli il mio capitolo del racconto. Peggio che gli esami di stato nel lontano 1979 (si può considerare preistoria anche quella data?). Ma io dico, gente come quella non dovrebbe essere rinchiusa in appositi spazi vitali e fatta accoppiare solo all'interno del gruppo stesso?
E poi dice che uno si butta a sinistra!
TIM

venerdì 20 maggio 2011

Le interviste possibili: Simone M. Navarra

L'avreste riconosciuto se non ci fosse stato il suo nome nel titolo del post?
Io sinceramente no. Un ingegnere al secondo anno di medicina non può avere quella faccia e soprattutto non può addentare una pastarella così, con avida golosità! Dovrebbe quanto meno farlo tenendo nell'altra mano un tomo da 700 pagine di microbiologia. Cercando di scoprire se in quella glassa al cioccolato ci possa essere qualche batterio dal nome strano. E che diamine!
Eppure quello è proprio Simone M. Navarra il secondo blogger che passeremo sotto la lente d'ingrandimento, anzi del microscopio (per restare in argomento) delle nostre domande.
Che andiamo a cominciare subito.

Dicci qualcosa di te, telegraficamente…
Sono di Roma, e ho 36 anni.
Veloce come un lampo… Parlando di letteratura, cine-tv, musica, con cosa sei cresciuto? C’era lo zampino della tua famiglia nelle tue scelte?
All'inizio mi piaceva tutto quello che aveva contenuti di tipo fantastico, da Indiana Jones alla Storia Infinita. Mia madre mi comprava i libri o mi portava al cinema, per cui lo zampino c'era eccome.
Una volta cresciuto un po' ho iniziato a “fissarmi” con videogiochi e fumetti. Inizialmente – specie per i fumetti horror e storie un po' violente – sempre mia madre era piuttosto contraria e cercava di far sparire quello che non le piaceva... ma da un certo punto in poi credo che si sia rassegnata.
La verità però è che ho sempre letto un po' di tutto e spaziato un po' per tutti i generi, con una certa preferenza per il fantastico e la fantascienza che però col tempo è andata perdendosi.
Ed ora come sono cambiati, se lo sono, i tuoi gusti?
Reggiti forte: ora vado al cinema molto di rado, e se capita preferisco film comici o comunque senza pretese di contenuti. Insomma i film in generale non mi piacciono molto, ma una serata tra amici con un film rimane un bel momento di svago.
Di narrativa non leggo quasi più niente. Dovendo studiare trattati di 700-1000 pagine (ho ripreso l'università da qualche anno) l'ultima cosa che voglio fare in un momento di svago è leggere ancora. Trovo inoltre che leggere trattati sia semplicemente più interessante piuttosto che leggere un romanzo.
Leggo però ovviamente molti blog e siti internet, che è un tipo di lettura che una volta non esisteva nemmeno e non saprei come classificare. Credo in ogni caso che nella lettura non conti la quantità ma la qualità di quello che si legge.
Che c'è rimasto? Ah sì: i fumetti li trovo spesso più adatti a un pubblico più giovane di me (un pubblico vastissimo, insomma ^^) anche se qualche graphic novel ogni tanto ancora la leggo. I videogiochi moderni sono a parer mio di una noia mortale, ma ogni tanto qualche cosa di interessante esce ancora.
La musica invece è diventata, col tempo, una compagnia quasi inseparabile. Ascolto musica mentre studio, mentre guido, mentre viaggio... e mi piacciono un po' tutti i generi, anche se sono sempre un mezzo rockettaro.
Eh beh, un bel cambiamento, anche se in parte imposto più che altro da fatti contingenti, credo. Cambiamo decisamente argomento: ti piace il posto (geografico e umano) dove sei cresciuto (o dove vivi oggi) e come ti ha influenzato? anche nello scrivere…

Credo che essere nato in un paese europeo mi abbia dato delle possibilità che a molti sono negate. Roma poi è una delle città più belle del mondo, anche se per i miei gusti c'è troppo traffico e un po' troppa confusione.
Molti dei miei romanzi sono ambientati a Roma, e il mio modo di pensare e di vivere è sicuramente influenzato profondamente dal fatto di essere italiano.
La tua famiglia si interessa a quello che fai ora, come blogger, scribacchino, artista…

Ora non è che faccia molto (aggiorno solo ogni tanto un blog che – grazie al Cielo – parla pochissimo di scrittura e molto di università). La mia famiglia non mi segue tanto, anche se mia madre in particolare ha letto tutti i miei libri.
Come scegli gli amici (o come gli amici scelgono te)? e loro, i colleghi di lavoro, condividono i tuoi stessi interessi, conoscono la tua passione per la scrittura o sanno che gestisci un blog?
Gli amici ti capitano, al limite scegli di non frequentare più determinate persone. Chi mi conosce sa che scrivevo, che sono tornato all'università, che ho un blog... insomma sì sanno tutto e qualcuno ha partecipato anche alle mie presentazioni, quando ne ho fatte.
Sei credente? In un Dio o in qualcosa che sta al di fuori (non per forza al di sopra) di te?

A guardar bene sia fuori che dentro le cose (intendo anche a livello di biologia molecolare) verrebbe da credere che ci sia un qualcosa all'origine di un sistema tanto complesso. Ma poi però magari invece non c'è niente... chi lo sa? Comunque io propendo più per la prima ipotesi.
Cominci a ragionare proprio come un medico: biologia molecolare, prima ipotesi, sistema complesso… Restiamo tra noi mortali: da dove vengono fuori i tuoi personaggi e le tue storie? qual è un tuo personaggio, o lavoro, a cui sei particolarmente affezionato?
Le mie storie nascevano dall'osservazione di quello che abbiamo intorno: i gatti randagi che vivono sotto casa dei miei genitori, i ricercatori universitari, le cose ridicole della vita di tutti i giorni. Sono particolarmente affezionato a Primo Mazzini e al romanzo “il gatto che cadde dal Sole”. Col Sole maiuscolo, anche se non ho mai capito bene nemmeno io perché ^^.
C’è, invece, un personaggio o un fatto a cui ti senti particolarmente legato e/o che ha influito e influisce sulle tue scelte?
Oddio. Il servizio militare nei vigili del fuoco mi ha spinto a entrare nella Croce Rossa che poi mi ha spinto a iscrivermi a Medicina, anche se in tutto questo hanno pesato molto i consigli di tante persone. Il personaggio è difficile... comunque Giovanni Paolo II ha detto delle cose che mi hanno portato a riflettere su certe mie scelte e idee, e credo che mi abbiano influenzato. Ma non sono particolarmente religioso, se dovessi dare questa impressione.
D'altra parte una cosa è ammirare un personaggio per ciò che dice (anche se trattandosi di un capo spirituale è normale che le tematiche siano specifiche) una cosa è seguire nella propria coscienza un percorso religioso. Anch’io ho come nume tutelare Gandhi e rileggo continuamente i suoi scritti, ma non per questo sono induista. Cambiamo completamente argomento: ti piace l’Italia oggi? quali sono i suoi pregi, i difetti, le potenzialità?
L'Italia di oggi è un po' un casino, ma purtroppo credo che lo stesso valga per molti paesi europei. Trovo che ci troviamo in un mondo nuovo governato da leggi, ideologie e prese di posizione di un mondo vecchio. Quando le persone apriranno i loro punti di vista, anche allargandoli solo un po' e scardinando dei modi di pensare ancora legati a una realtà che fa ormai parte dell'oltretomba, forse ci sbloccheremo da questa situazione.
Siamo tutti presi dalle immagini degli ultimi mesi degli sbarchi a Lampedusa e in altri porti italiani; ma il discorso dei flussi migratori è un fenomeno che risale ad almeno gli ultimi venti anni. Secondo te come stanno cambiando gli equilibri culturali, sociali e politici d’Italia e d’Europa? 
È una cosa che sinceramente mi spaventa molto. Credo anche però che il mondo sia di tutti e che non puoi impedire a una persona di muoversi liberamente o di cercare un luogo dove vivere una vita migliore.
Credo inoltre che la “colonizzazione” dell'Europa è un qualcosa che non potremo arrestare, per cui tanto varrebbe arrendersi subito e adattarsi prima a un cambiamento destinato a durare.
Avrebbe inoltre senso un enorme “movimento” (inteso come aiuti, investimenti e cambiamento di stile di vita) dell'Europa nei confronti dell'Africa. Se incontrassi qualcuno per strada che sta male lo lasceresti lì senza aiutarlo? E se qualcuno sta male, ma è solo un po' più lontano, è invece accettabile abbandonarlo? Per il nostro modo di vivere attuale, apparentemente, sì.
Per chiudere due domande. La prima: una cosa, una qualunque, che vorresti restasse di te.
Io credo che il senso della vita sia aiutare gli altri e creare il bello. Vorrei che restasse qualcosa di questo, e vorrei che qualcuno si ricordasse di me pensandomi con affetto.
E la seconda, molto più mondana e frivola: dove ti possiamo trovare quest’estate in vacanza?
Bo'?! Mare, e magari qualche bella città straniera tutta da esplorare.
Questo è Simone Maria Navarra, e questa è la sua musica.

Alla prossima.
TIM

(gli altri illustri intervistati: Nick Parisi)

giovedì 19 maggio 2011

Ci sono anch'io

rubata qui
Brevissimo aggiornamento, solo per segnalare l'iniziativa benefica (per noi scribacchini) di Davide macchebbravo Mana, quello che ha un conto in sospeso con l' SDA per intenderci, che ci da' la possibilità di riprenderci un po' dalla crisi da astinenza da Survival Blog.
Ecco allora questa 'cosa' chè è spuntata ieri ed è maturata oggi sul suo blog.
Un capitolo a testa, il maestro che ci assegna i compitini di volta in volta e noi alunni modello (verrebbe da specificare Modello Due, per navigare nei mari della narrativa alta) a svolgerli.
Aspettiamo le prime interrogazioni ed intanto... tutti a studiarci un po' di Lovercraft, di Poe, di Merril e insomma tutta la famiglia, parenti e affini.
E visto che siamo in tema di battaglie a colpi di mouse e ctrl-alt, vi segnalo anche la prossima giostra cavalleresca che Alex indirrà a partire da settembre. Tempistica perfetta, perché le vacanze estive ci ricaricheranno le batterie e tante belle letture sotto l'ombrellone, o la sequoia gigante dell'Africa, ci metteranno di buon'umore.
Ma intanto vi faccio la stessa domanda di Alex: Guerrieri, siete pronti a fare la guerra?
E domani la prossima intervista, questa volta a... arrivederci!
TIM
---- piccola aggiunta postuma, ma mi scappa proprio!! La GeLotteria!! Che ganza!!
(pubblicato alle 18.43)

mercoledì 18 maggio 2011

Il vostro dio, uccide?

rubata qui
A proposito di una delle domande delle chiacchierate che ieri sono state inaugurate su questo blog con l'intervista a Nick Parisi, e che continueranno prossimamente con una media di un paio di interventi alla settimana, due brevi righe per raccontare qualcosa capitato questa mattina e che mi ha lasciato letteralmente senza parole.
Uno dei quesiti che sono posti i protagonisti delle mie interviste è quello riguardante la propria fede: se credono in un dio o in qualcosa d'altro che si possa avvicinare ad un'esperienza spirituale.
Bene, sono un po' di mesi che mi viene a far visita al negozio una signora testimone di geova, la quale sin dall'inizio ha deciso che io sono una buona cavia per i suoi sermoni a base di domande e risposte preconfezionate, come in pieno stile degli adepti di quella setta. Visto che è una donna molto gentile e (a modo suo) preparata non dico mai di no a queste chiacchierate, rispondedo molto sinceramente alle sue osservazioni e dichiarando apertamente quali sono le mie credenze. Per la verità non so neanche bene io in cosa credo, ho ancora le idee molto confuse sull'argomento -e la mia non è una battuta; comunque in questi mesi lei mi ha esposto con dovizia di particolari e di citazione dalla loro traduzione del testo biblico le linee guida delle loro credenze.
Ma questa mattina, accompagnata come sempre da un'altra persona, mi ha letteralmente sbalordito. Primo perché non conoscevo quest'aspetto della loro credenza; secondo perché non avrei mai pensato che, al di fuori di alcune frange estremiste islamiche, un credente in un dio, che per altre cose viene definito 'misericordioso', potesse avere questa concezione.
Dopo avermi spiegato che secondo loro verrà un momento in cui nessuno morirà più e la terra sarà trasformata materialmente in un vero e proprio paradiso come si vede nei loro volantini propagandistici, mi ha chiesto come, secondo me, poteva succedere che in un sol colpo sparissero gli assassini, gli inquinatori, gli amanti della violenza in generale. A questa domanda sinceramente non ho saputo dare una risposta e, a questo punto, la signora mi ha stupito con le sue parole: provvederà geova personalmente ad uccidere queste persone cattive!
Ho provato a capire se avessi materialmente... capito quelle parole e mi è stato confermato che la realtà sarebbe stata quella: geova si trasformerà in un vendicatore che ucciderà coloro che non fanno parte della loro congregazione e quindi non avevano accolto i suoi inviti alla conversione.
A questo punto, naturalmente, ho detto che se questo era il loro dio, io non volevo averci niente a che fare. E loro a citarmi versetti su versetti in cui erano spiegate queste cose. Inoltre, sempre secondo questa loro teoria, i buoni non dovrebbero vendicare di persona le offese subite dall'umanità e dalla natura a causa dei cattivi comportamenti di alcuni, ma chiedere a geova di fare giustizia. Una specie di lista nera.
Con tutto il rispetto possibile ho fatto capire che, da oggi in poi i nostri discorsi avrebbero potuto vertere su qualsiasi altro argomento: filosofico, politico, sociale, ma che non volevo più sentire una cosa del genere.
Non so se la signora tornerà ancora, magari cercando di spiegarsi meglio; ma visto che entrambe le donne hanno chiaramente detto che ognuno può avere le idee che vuole (ci mancherebbe), ma che il loro era il pensiero di geova dio e quindi era la verità, ritengo che abbiamo poco da dirci da ora in poi.
Io non ce l'ho con nessuna religione, setta, congregazione et similia, rispetto il credo in ogni dio. Ma su alcune cose ritengo di dovermi dissociare. Come uomo.
Così vi chiedo: il vostro dio, uccide?
TIM
(purtroppo non si legge il testo della vignetta, perciò ve lo riporto: In questo mondo moderno, dove regnano la menzogna, la falsità e le illusioni, NOI ti offriamo la verità)
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